"Chiodi di ghiaccio" - Elisa Averna

 "E se fosse vero che solo gli amori irrealizzati sono eterni?" 



Titolo: Chiodi di ghiaccio
Autore: Elisa Averna
Pagine: 516
Editore: Bertoni
Genere: narrativa contemporanea con elementi noir e paranormali 
Anno di pubblicazione: 2020
Prezzo: 19,50€
Trama: Romanzo drammatico dalle sfumature noir, è ambientato tra Roma e Londra dal 1998 al 2010 e raccontato in prima persona dalla protagonista in forma di diario posteriore agli eventi. Soleandra, giovane disoccupata, si scopre sosia di Sara, sua quasi coetanea da poco tragicamente deceduta. Tra uno slancio di generosità, il bisogno fi lavorare e l'attrazione per un affascinante amico della famiglia di Sara, Soleandra si lascia coinvolgere nel rischioso gioco di accettare il ruolo di Sara, che parenti e amici decidono di inscenare per preparare l'ancora ignara nonna alla scomparsa della nipote. Ipersensibile e granitica nelle sue scelte, Soleandra sarà risucchiata in un vortice di conflitti interiori che la condurranno a una crisi identitaria. Chi ha rubato la vita a chi? Dalla rispettive oscurità, il "dialogo" tra le due donne s'infittisce. Soleandra cadrà in un labirinto di incubi, esasperato da una malattia degenerativa della vista che lei subirà come una punizione di Sara, ma che accetterà come catarsi. Trascorsi dodici anni dai fatti narrati che hanno segnato profondamente la sua vita, Soleandra si rivolge a Sara nella trascrizione della loro vicenda, affinché entrambe trovino pace.


Recensione: “Chiodi di ghiaccio” è uno dei libri più belli che io abbia letto quest’anno. Lo definirei completo, a tutto tondo, particolarmente originale. È molto difficile riuscire a spiegare ciò che mi ha trasmesso perché mi è entrato dentro senza che me ne accorgessi. Leggendo mi è successa una cosa molto strana che non mi era mai capitata prima: il blocco del lettore. Sono diventata così empatica che non riuscivo ad andare avanti, come se anche la mia vita si fosse bloccata insieme a quella di Soleandra e alla sua malattia. 

Mi sono talmente immedesimata nei suoi pensieri che ho realizzato quanto la vista sia fondamentale per tutto, ma soprattutto per leggere, ho pensato a come sarebbe stata la mia vita se non avessi potuto più vedere e questo mi ha bloccata completamente. Mi sono sentita grata e, passato il momento di sconforto, sono tornata a leggere con più voglia e più grinta di prima.

Racconta la storia di due vite che si intrecciano indissolubilmente in una sola: quella di Sara, tragicamente morta; e quella di Soleandra, che vive a metà, per lei e per Sara, visto che sono due gocce d’acqua. Le due comunicano, con sensazioni, sentimenti, sogni, ricordi, come se fossero la stessa persona. Inizialmente Sole vuole essere Sara, si identifica con lei, cerca di immedesimarsi il più possibile, ma poi si rende conto che sta perdendo se stessa, che deve capire che cosa in lei è diverso per metterlo in evidenza agli occhi di Lorenzo, il ragazzo di cui entrambe sono innamorate. Inizia quindi una competizione con Sara, convinta di poterla battere perché lei è ancora in vita, mentre Sara non lo è più. La crisi identitaria è trattata davvero bene, dall’impatto iniziale alla catarsi che la protagonista cerca scrivendo questo libro. 

Soleandra ha compiuto delle scelte che non ho condiviso, avrei voluto essere sua amica per farle capire quante cose insensate stava facendo. Una ragazza cresciuta senza padre, insieme a sua madre ad Orvieto, che cerca di essere all'altezza di Sara, la quale invece ha vissuto in una famiglia perfetta. Vede la malattia come una punizione di Sara per averla impersonata e per aver cercato di portarle via Lorenzo. Sole soffre della sindrome di Rebecca, una forma di gelosia retroattiva nei confronti del proprio partner, ed è alla base di tutti i suoi comportamenti. L'analisi psicologica dei personaggi di questo romanzo è pazzesca, ma nella protagonista è ancora più evidente. "Per quanto mi riguarda sei tu che somigli a me, non io a te".

Sara, il personaggio che mi ha affascinata di più in assoluto, una ragazza enigmatica, che non ha vissuto appieno la sua esistenza, perché si è lasciata sfuggire la possibilità di essere felice con il grande amore della sua vita. Lei che con la sua gelosia cerca di separare Lorenzo e Sole, ma vuole andare oltre con la nonna, per non arrecarle dolore. Un non-personaggio davvero molto presente, che tiene le redini di tutta la storia senza esserci. E' come se fosse bloccata, se non riuscisse a trovare pace, perché voleva vivere ancora, sia la sua carriera artistica che il suo amore mai dichiarato. "Tu sei me e io sono te: siamo indivisibili. Traiamo vita da un unico cuore."

Lorenzo è un personaggio che mi ha fatto tremendamente arrabbiare per tre quarti del libro, per poi farmi scoppiare in lacrime alla fine, facendomi sentire in colpa perché non ero riuscita a comprenderlo fino in fondo. Sole si sostituisce a Sara nella vita di Lorenzo, diventa anche più di quello che Sara fosse mai stata, la sua ragazza. Eppure questo li lacera dentro, è una delle storie d’amore più complesse di cui abbia mai letto, eppure ha perfettamente senso così com’è. È un amore autodistruttivo. Lei crede che lui non potrà mai amarla davvero, perché la vede come se fosse Sara, è il suo modo di continuare a farla vivere e di averla accanto. Senza la sua somiglianza con Sara, Lorenzo non si sarebbe mai interessato a Soleandra. La storia di Sara e Lorenzo mi è entrata dentro perché è come se l’avessi vissuta, anch’io ho avuto il mio Lorenzo, tutti abbiamo amato qualcuno in silenzio, senza dire niente, per non rovinare un rapporto troppo bello. Lorenzo sogna di fare l'artista, ma è un broker per volere del padre. "Sara era un vento fresco notturno e tu sei arrivata come una calda brezza marina".

Nora è forse il personaggio che ho amato di più, ma è difficile dirlo perché sono tutti fantastici, l’autrice ha la capacità di renderli vivi, dopo aver letto il libro è come se li conoscessi da sempre, mi sento loro amica. Nora è un vulcano pronto ad esplodere in qualsiasi momento, in grado di portarsi via tutto quanto, entra senza chiedere il permesso. Riesce a farsi volere bene, nonostante la sua personalità esuberante e i suoi numerosi problemi. Rendeva la vita impossibile a Sara e inevitabilmente Soleandra ha ereditato anche lei, più sbandata di prima.

Anna Maria è la nonna che tutti vorremmo avere, infatti nel libro è la nonna di tutti. Un’artista che ama sua nipote alla follia, così tanto che nessuno è riuscito a dirle della sua morte, fino a decidere di sostituirla. È un punto di riferimento per i personaggi, un collante tra le diverse vite. 
Ci sono numerosi personaggi secondari, forse troppi, durante la lettura mi sono spesso dovuta chiedere chi fossero alcuni di loro. E' dovuto al fatto che il testo era stato concepito in due tomi, molto più lungo rispetto a come è adesso. L'autrice intreccia le vite e le storie parallele dei personaggi, che anche solo per un po' entrano a contatto con Sole. 

Biagio è un uomo straordinario come pochi, che soffre in silenzio, aspetta senza essere invadente, fa sorridere quando c’è bisogno ed è sempre presente; la storia di Rossella per quanto interessante, sarebbe potuta essere l'idea per un altro libro. Volevo spendere qualche parola anche per il personaggio di Agata che non ho apprezzato particolarmente, ho capito il motivo per cui è stata inserita, ma non mi è piaciuto il modo in cui è stata trattata.

Soleandra deriva da "sole andrà" significa che il sole andrà via, ed è proprio ciò che accade alla sua vista. Di rimando Sara significa "principessa", "signora". Lorenzo “Colui che è cinto d’alloro” è un nome diffuso in campo artistico, basta pensare al Bernini, ma anche a Lorenzo il Magnifico, infatti il nostro protagonista maschile è proprio un artista. Questo ci fa capire quanto l’onomastica non sia casuale e quanto l'autrice sia attenta ai dettagli.

Le pagine del libro sono oltre 500, ci sono delle parti che a volte avrei accorciato perché rallentano troppo la narrazione e non sono necessarie, ma trovo che la forma di diario posteriore agli eventi rivolto a Sara, con il tu, sia davvero una scelta azzeccata, perché mi ha resa partecipe della storia. Si vede che la stesura del testo è molto lunga c’è un grande cambiamento tra la prima e la seconda parte, la seconda è molto più matura e riflessiva. Elisa ci ha regalato una storia con diversi colpi di scena che invogliano il lettore a continuare la lettura per scoprire come andrà a finire, nonostante la mole possa spaventare. La scrittura sua mi ha cullata per tutte le pagine del libro, delicata e sensibile, ma soprattutto elegante, avrei potuto continuare a leggere in eterno.

Una delle tematiche più importanti del libro è il rapporto con i defunti. Non è facile superare il lutto per chi resta, è una situazione molto complessa da affrontare, c’è chi riesce ad andare avanti e chi si blocca, chi ha bisogno di un appiglio, in questo caso di un angelo, così viene chiamata Sole, un angelo in grado di alleviare il dolore della famiglia di Sara, ma soprattutto quello di Lorenzo e della nonna. Sara e Soleandra comunicano tra loro, creando una connessione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, come se non ci lasciassero mai davvero, come se fossero sempre con noi in questa vita. L'autrice mette a confronto le diverse visioni sull’aldilà che hanno i singoli personaggi, facendoci capire quanto possa essere diversa la visione di ognuno di noi. "Ignoro la morte per non odiare la vita".

Le vicende narrate sono ambientate tra Roma e Londra, ma troviamo anche un piccolo spaccato della cittadina di Orvieto. Soleandra è originaria di Orvieto, ma cerca lavoro a Roma, così si imbatte nella famiglia di Sara e finisce per seguire Lorenzo a Londra, dove si occuperò di Nora. Londra identifica Sara, è la sua vita, i suoi affetti, il luogo in cui Soleandra non riesce ad essere se stessa senza di lei. Roma è Soleandra, è la città che riesce a far esprimere ogni parte di lei, senza sentirsi sopraffatta da Sara. Entrambe le città sono ben descritte, si sente la differenza del cambio di ambientazione e svolgono una funzione importantissima.

Il libro è diviso in due macro-sezioni, una dedicata a Sara e una a Soleandra, divise a loro volta in capitoli. Non ho apprezzato particolarmente la copertina, penso che il libro si meritasse qualcosa di meglio, ovviamente la copertina non è tutto, il contenuto è più importante, ma può fare la differenza nella scelta di un lettore.

È il primo libro che leggo di questa autrice, la ringrazio moltissimo avermi mandato la copia e  per aver riposto la sua fiducia in me. È stata una collaborazione molto emozionante, mi ha aiutata a capirmi di più come lettrice.

Lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di leggere qualcosa di diverso, di originale, che amano l'analisi psicologica dei personaggi e desiderano immedesimarsi emotivamente, perché Elisa vi farà ridere, piangere e sognare.

Conoscevate questo libro? Vi ho incuriositi? Lo acquisterete?

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Commenti

  1. La tua attenzione per i dettagli, la tua grande capacità analitica e la tua accentuata sensibilità che ti porta a sviscerare sempre ogni singolo aspetto di un romanzo, qui sono esplose in tutta la loro potenza. Recensire un romanzo è un'arte e tu quest'arte l'hai tutta, indipendentemente se un libro ti sia piaciuto o meno. Sono commossa dalla grazia del tuo eloquio e dal modo delicato con cui ti sei immersa nella storia. Ripeto anche qui il mio grazie sconfinato, oltre le barriere del tempo e dello spazio. L'autrice

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    1. Mi emozioni sempre, sono molto felice di aver collaborato con te ❤️

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