"Ho capito che l'amore è spesso un'impossibile equazione"
Autrice: Emilia Testa
Pagine: 104
Editore: Dantebus edizioni
Genere: Silloge poetica
Anno di pubblicazione: 2021
Prezzo: €16,90 - Kindle €1,99
Trama: La silloge poetica "La logica del cuore", dell'intensa autrice Emilia Testa, con i suoi versi guida il lettore fra le mille possibili vie del cuore, della mente e dell'anima: solo la luce delle emozioni può condurre l'essere umano: dalla selva...a rivedere le stelle.
Recensione: Oggi parliamo di una silloge poetica che mi è stata gentilmente inviata per una collaborazione. Tendenzialmente non amo recensire libri di poesie, mi sento più a mio agio con i romanzi, ho sempre il timore di non riuscire a cogliere fino in fondo quello che i poeti vogliono dirmi. Ma forse in realtà ho solo più difficoltà a descrivere i sentimenti che le poesie generano dentro di me, perché sono molto più intimi e personali rispetto a quelli che provo per i romanzi ed è un po' come mettermi a nudo.
"La logica del cuore" è una raccolta di poesie scritta da Emilia Testa, che ha alle spalle diversi premi per le proprie pubblicazioni, in questo caso particolare, come si può ben capire dal titolo, tratta come tema principale l'amore. Come recita, invece, il sottotitolo, all'interno si trovano molte parole sconnesse, versi liberi, senza uno schema ben preciso. La silloge invece ha uno schema, si divide in tre parti: "Dell'amore e della sua utopia", "Dell'amore del suo inganno", "Dell'amore e dei suoi amabili resti". In questo trittico possiamo cogliere un cammino che si snoda lungo i versi dell'autrice, cogliendo un riferimento dantesco, come viene suggerito nella prefazione di Massimo Gherardini, tre sono infatti le parti così come tre sono le cantiche. Qui il viaggio dell'amore parte in un momento utopico, stravolge la vita di chi lo prova, ma nel tempo si scopre effimero, si consuma e viene abbandonato. Con la fine dell'amore arriviamo alla terza parte del libro, scopriamo come tutta la sofferenza provata abbia in realtà generato qualcosa di bello, una primavera del cuore e delle emozioni.
La particolarità di questo libricino secondo me è l'abilità dell'autrice di creare un connubio tra la tradizione letteraria e il mondo moderno. Sono riuscita ad individuare numerosi collegamenti con figure del passato sia mitologiche (che vengono esplicitate), sia autori e autrici di grande rilievo. La scrittrice stessa cita nei ringraziamenti Alda Merini e Sylvia Plath, ma sono solo alcuni dei nomi che si possono rintracciare tra queste pagine e io mi sono divertita molto a farlo. Non voglio togliervi questa piccola gioia nella lettura quindi vi lascio solo qualche spunto: Ovidio, Montale, Pavese, Virginia Woolf, Catullo. Tutti questi riferimenti si mescolano con un ambiente che è tipicamente la strada con le sue luci, i semafori, i lampioni, il traffico; ma scene ricorrenti sono anche quelle nei bar e al mare. Ritornano anche gli occhi neri, il vino, sia bianco che rosso .
Personalmente, è una raccolta che mi ha ricordato diversi momenti della vita, sia belli che brutti, è un viaggio che almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo affrontato, quello di un amore finito male. Ed è bello ripercorrerlo fino ad arrivare ad una catarsi interiore che inevitabilmente abbiamo avuto, andando avanti. Citando qualcuno di superiore direi "A riveder le stelle".
Queste poesie non sono soltanto versi, sono delle piccole storie. Lo stile di scrittura è molto semplice, nonostante i riferimenti letterari possano far pensare al contrario, è tutto molto lineare. Nel complesso è stata una lettura piacevole e piena di emozioni, la consiglio perché non porta via tanto tempo, ma al contrario il percorso che viene fatto è importante. Se potessi tornare indietro però leggerei prima le poesie e poi la prefazione, lo faccio sempre in realtà, ma questa volta ho deciso di fare uno strappo alla regola. Ecco, penso che l'interpretazione iniziale faccia vedere tutto con altri occhi, invece è bello leggere le poesie, godersele e poi interpretarle. Perfetto per eterni romantici, cuori infranti e sognatori patologici.
Che ne pensate?
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