"Lupare rosa: storie di amore, sangue e onore" - Marcello Cozzi

 "Aveva voglia di vivere e, soprattutto aveva voglia di amare" 




Titolo: Lupare rosa: storie di amore, sangue e onore

Autore: Marcello Cozzi

Pagine: 135

Editore: Rubbettino

Genere: raccolta di storie vere

Anno di pubblicazione: 2019

Prezzo: € 13,30 - Kindle €7,99 

Trama: In tutti questi anni la 'ndrangheta l'ho vista negli occhi spenti e rassegnati di chi subisce impotente le sue angherie senza la minima capacità di alzare la testa; l'ho incrociata nella vita ridotta a brandelli di chi invece quella testa l'ha alzata pur consapevole di aver ormai perso tutto, tranne la propria dignità; l'ho ascoltata nel racconto infinito di chi parlandoti del fratello, del padre, del figlio, le cui vite innocenti sono state stroncate dalla bestia mafiosa, è come se in un certo senso ti volesse infondere quella rabbia, quel dolore e con essi quell'ansia inestinguibile di verità e di giustizia in virtù delle quali mai fermarsi o arrendersi. E l'ho toccata con mano, infine, nel tormento indicibile di chi a quel mondo è appartenuto, ne è stato servo e cortigiano, nel suo nome ha ucciso e sparso sangue, finché i morsi della coscienza non hanno iniziato a divorarlo gettandolo in un baratro senza fondo. Regole, onore, codici, sono state le parole con le quali più frequentemente mi sono confrontato; e se da un lato li affari, i soldi e la sete di potere mi sembravano essere il motore di questa macchina infernale che da secoli divora questa terra meravigliosa, la Calabria - ma anche e sempre più il Paese intero - dall'altro lato, storie di donne e di uomini che si prendono e si lasciano, mentre dappertutto nel mondo scivolano sui binari di una banale seppur triste normalità, qui dalle tue parti e laddove il codice mafioso regola la vita di tanta gente, mi sono sembrare da subito la cartina tornasole più genuina di cosa sia in fondo la 'ndrangheta. Nonostante la modernità, le evoluzioni, la globalizzazione: "immutabile", come mi dicesti tu quel giorno.

Recensione:  Questo è uno di quei libri di cui non so parlare perché mi ha tolto le parole mostrandomi l'inferno che può essere la quotidianità di una donna che si ritrova in una famiglia di 'ndrangheta.

Il libro racconta storia diverse, è un insieme di racconti, ognuno purtroppo con una vittima diversa. Tutto ciò che è stato scritto nelle pagine di questo libro è , purtroppo, la verità, ed è sapere quale vero orrore nasconde l'inchiostro di questa penna che gela il sangue.

Le parole raccontate sono state riportate da don Marcello Cozzi, lui che ha vissuto queste vicende in prima persona ha cercato come possibile di aiutare queste le donne in difficoltà che ha conosciuto, che si sono presentate al portone della sua chiesa, ma c'è sempre qualcuno che ha bisogno d'aiuto.

Il libro si apre con la presentazione di Federica Sciarelli della quale riporto alcune parole : "Una donna non può e non deve sopportare i soprusi e le violenze, fisiche e psicologiche, da nessuno. E da nessuno vuol dire anche e soprattutto che non può una donna sottomettersi a logiche familiari che tutto hanno come fine, tranne che l'amore, l'unione, la famiglia". I racconti presenti in questo libro sono cinque, ognuno dei quali racconta una storia diversa, crudele e fin troppo reale, raccontata dalle pagine di cronaca.

Il primo racconto è quello di Cetta, è molto particolare ed è uno di quelli che mi ricorderò sicuramente di più, insieme all'ultimo per la sua atrocità. La forza di questa donna e allo stesso tempo i suoi sentimenti sono la sua forza, ma anche la sua rovina. Cetta era una donna molto legata ai propri affetti, ai propri cari; la forza di questa donna sono i sentimenti, ma allo stesso tempo saranno proprio questi a portarli alla rovina, perché spesso la fiducia si ripone nelle persone sbagliate. A volte, lasciarsi sopraffare da ciò che si prova non è la scelta giusta, a volte è meglio seguire la testa e non il cuore.

Vorrei poi parlare della vicenda di Annunziata intitolata "Un fantasma" perché non voglio contribuire a dimenticare una persona realmente esistita, come invece è successo. Annunziata è come se fosse una leggenda, una donna esistita e sparita, scomparsa nel nulla, forse nessuno l'ha mai cercata. Una storia che ha dell'agghiacciante, perché pensare che nemmeno la propria famiglia voglia ricordarsi chi siamo è lacerante. 

Non posso non citare, Rossella, la straniera, quella che forse non dimenticherò mai, perché è quella alla quale mi sono sentita più vicina, anche se meno geograficamente rispetto alle storie precedenti. Con me ha tanti tratti in comune, tante scelte che ho condiviso, avrei potuto essere Rossella e anche il nome un po' ci unisce, ma lei ha avuto un coraggio che io non riuscirò mai minimamente ad eguagliare. Lei all'amore ha dato tutta se stessa, ha lottato con la vita per custodirlo, per proteggerlo, per salvarlo, ha creduto in quel sentimento puro, vero, ma non è bastato, perché il male è stato più forte di lei e l'ha sconfitta nella maniera più brutale. "Io non so se le lacrime delle donne sono tutte uguali. Non so se le lacrime delle incomprensioni quotidiane siano meno amare di quelle che rigano i loro volti quando la sottomissione annulla la loro dignità [...] Non so neanche, infine, se la cosa peggiore che possa capitare sia quella di scoprire in fondo che non si hanno più lacrime". 

Rossella, Concetta, Annunziata, sono solo alcuni dei nomi delle donne che subiscono queste ingiustizie ancora oggi, ogni giorno, perché essere donne di 'ndrangheta non è quasi mai una scelta, è una situazione in cui ci si ritrova e a quel punto è difficile tornare indietro, risalire dal fondo. Le donne sono forti, ma la loro forza è messa a dura prova ogni giorno. La violenza non è mai una risposta, ricordalo sempre. Le donne che hanno bisogno di essere aiutate sono ancora troppe, gli uomini che le umiliano, non solo di 'ndrangheta, che non le amano, sono nelle loro case. "Perché non esiste nessun dio, neanche quello dei mafiosi, che può ingabbiare in eterno una vita".

Questo libro insegna molto, apre gli occhi su una realtà troppo spesso sottovalutata, ignorata, e ne racconta gli aspetti più duri, brutali, veri. Parla di una società che troppo spesso ignoriamo, m che vive con delle regole rigide sotto i nostri occhi. Non potete voltarvi indifferenti, perché anche voi sareste potuti nascere Rossella, Concetta, Annunziata. Riflettete, questo libro vi aiuterà a farlo e vi susciterà delle emozioni inspiegabili a parole, facendovi capire quanto la vita possa essere crudele. Ci vuole del fegato per leggerlo perché non è una fiaba, non è un romanzo, è cronaca ed esige la nostra attenzione.

Lo stile di scrittura è lineare, semplice e diretto, ricercato e preciso nei termini, ravvicinato e scostante al tempo stesso, una sorta di inchiesta giornalistica a tratti con elementi e racconti personali dell'autore. Non è lungo, non richiede troppo del vostro tempo, solo un po', solo per essere ascoltato almeno una volta. Queste storie riguardano tutti, non solo chi vive in Calabria, la 'ndrangheta non finisce ai confini della regione, ma si estende molto oltre.

Scrivetemi se lo leggerete, fatemi sapere cosa vi ha suscitato, se avete seguito questo consiglio.  

"Prima ancora che la moglie del boss è una donna che da bambina ha sognato di essere principessa e poi da ragazza si è fatta abbracciare dal principe sbagliato". 

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