"Maria che danza sulle antenne di un calabrone" - Alberto Coco




Titolo: Maria che danza sulle antenne di un calabrone 

Autore: Alberto Coco

Pagine: 423

Editore: Porto Seguro

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2021

Prezzo: €19,90

Trama: Quella che leggerete è la storia di un ragazzo, Berto, e di sua nonna Pina. E' la storia di un viaggio attraverso l'Italia, da Milano a San Severo; un percorso nella memoria e nella storia, un cammino interiore di chi è prossimo alla morte e di chi invece alla vita adulta, tra segreti, misteri e sogni che diventano realtà. E' l'amore, però, il vero protagonista del libro: l'amore raccontato in tutte le sue forme più pure, l'amore di una nonna per suo nipote, di una madre per il figlio morto giovane, di un padre per una figlia straordinariamente "diversa". In un reticolato di vite vissute, di intimità, segreti e ricordi, Maria che danza sulle antenne di un calabrone esplora la tragedia della morte e della malattia, lo splendore della vita e il suo mistero più grande: la rinascita.

Recensione:  Siamo nel 1983, questa è la storia di Berto e di sua nonna Pina, due personaggi molto particolari che ci accompagnano per 400 pagine. Le loro storie si intrecciano, così come le loro vite che vanno da Milano a San Severo. Nonna Pina scopre di avere un male incurabile, ma solo Berto è in grado di capirla, lui che per non farla soffrire la convince di avere una forcina conficcata nella testa. Nonostante ciò, c’è solo una cosa che interessa veramente a nonna Pina, ricongiungere i pezzi  della morte del figlio Enzo, in particolare cercare il suo piede, che continua a sognare, ed è così che i due giungono da Maria.

Sarò sincera, questo libro non mi ha convinta totalmente. Ha una trama inverosimile ed una struttura confusionaria, è come se volesse dire tante cose, ma non riuscisse a farne cogliere che qualche frammento. I personaggi sono ben caratterizzati, ma non hanno una vera evoluzione, rimangono quasi tutti uguali dall’inizio alla fine. C’è un’idea di formazione, ma poi è come se si perdesse. 

Il titolo non è rappresentativo del testo, dovrebbe inglobare tutta la storia, invece riguarda solo gli ultimi capitoli e si concentra su un personaggio che appare per un terzo del libro. Lo stesso vale per la copertina. 

Una nota positiva è lo stile di scrittura che non mi è dispiaciuto, molto scorrevole e diretto. Ho apprezzato il rapporto tra nonna e nipote messo al centro del romanzo, molto toccante e vero, in alcuni punti mi sono emozionata. Le descrizioni dei paesaggi pugliesi sono stupende e leggerlo da questa terra fa un grande effetto. 

Nel complesso ci sono sicuramente dei punti da migliorare, ma essendo un’opera di esordio è normale. Sicuramente è un testo inedito su molti punti di vista, quindi se siete curiosi per natura può fare al caso vostro.



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